CENNI DI STORIA


8 Settembre: Festa della Madonna di Monte Berico
 
mberico1.jpgPer la città di Vicenza è la Festa per antonomasia, attesa e amata da tutti i vicentini, non solo i residenti in città, ma anche quelli che vivono provincia. L'8 settembre è la Festa Patronale della Città di Vicenza dal 1978, quando l'allora Pontefice Papa Paolo VI proclamò la Madonna di Monte Berico patrona della città. Da allora, ogni anno si tengono solenni celebrazioni in onore della Madonna di Monte Berico nel giorno della sua natività. 
 
La devozione alla Vergine ha caratterizzato la religiosità vicentina probabilmente già dal sec. XIII, quando gli ordini mendicanti, particolarmente sensibili all'apostolato mariano, contribuirono a diffondere un culto così intimamente connesso al mistero dell'incarnazione di Cristo. E' però con la nascita del Santuario di Monte Berico e il successivo insediamento dei Servi di Maria che si delinea la straordinaria fioritura di una devozione capace di catalizzare ogni anno milioni di fedeli. Il Santuario della Madonna di Monte Berico domina la città di Vicenza dal colle posto a sud-ovest della città. È costituito da due chiese: la prima di stile gotico, la seconda è una basilica in stile classico e barocco. 
 
mberico2.jpgLa Madonna di Monte Berico, eletta patrona di Vicenza, protegge dall'alto i suoi fedeli, e questi, nel corso dei secoli, le hanno dedicato anche altri luoghi sacri dove poter essere venerata. Ma la Festa della Madonna non ha per Vicenza solamente una valenza religiosa. Tradizionalmente infatti, per trasferirci sul versante "pagano", la cosiddetta "Festa dei Oto" rappresenta per i vicentini l'occasione di rivivere momenti di festa e convivialità. Nei giorni che precedono e seguono l'8 settembre, la città è letteralmente "invasa" dal festoso e coloratissimo carrozzone del Luna Park, che, a parte una breve parentesi, ha sempre trovato la sua collocazione classica nel grande spazio verde di Campo Marzo, di fronte alla stazione FS.
 
 CAMPO MARZO, viale Dalmazia verso il ponte di Santa Libera

cmarzo1.jpgInizialmente chiamato la Guisega (correzione dialettale di Wisega), la denominazione di Campo Marzo appare per la prima volta in una permuta del 1074. Sulle origini del nome "Campo Marzo" è stata disputa aperta nei secoli: l'interpretazione più attendibile fa risalire al termine dialettale marso, che indicava una zona umida, marcia, paludosa (marcita in latino) a causa delle frequenti piene del Retrone. Un'altra ipotesi, più affascinante ma meno probabile, faceva derivare il toponimo da "campo di Marte", nome dato a luoghi utilizzati dai soldati romani per le loro esercitazioni marziali, ma non c'è alcuna fonte attendibile sull'uso militare in età romana, l'acquitrino infatti serviva soprattutto come limite geografico in caso di assedio a sud della città. 
 
L'utilizzo militare è attestato per la prima volta nel XVII secolo dal Barbarano (Historia ecclesiastica, libro V), che riporta che nel 1612, durante la costruzione di un "castello di terra" per dette esercitazioni, furono rinvenute urne cinerarie con idoletti di bronzo, quindi, in antico, il luogo almeno in parte sarebbe stato adibito a necropoli. L'area fino al 1844 era tutt'uno con il colle di Monte Berico; in seguito il governo austriaco decise di utilizzarne una parte per la costruzione della ferrovia, interrompendo quindi la continuità del verde. L'utilizzo militare fu definitivamente concluso solo nel 1867. Il parco nel 1870 venne diviso in due da viale Roma, che univa la stazione all'arco trionfale del Revese (progettato nel 1608 e commissionato da Pier Paolo Battaglia, Capitano di Vicenza). La parte est venne lasciata completamente a verde mentre un settore della parte ovest venne utilizzata nel 1869 per la costruzione del Teatro Verdi. 
 
cmarzo2.jpgNel 1938, in occasione di una visita di Benito Mussolini, il seicentesco arco del Revese fu demolito per far passare più agevolmente il corteo fascista da viale Roma; l'arco fu rimontato (in forma ridotta e alterata) come ingresso dei vicini Giardini Salvi.Nel corso della seconda guerra mondiale i bombardamenti distrussero lo storico Caffè Moresco assieme al teatro e a buona parte delle alberature, che vennero poi ripiantate in filare lungo il viale centrale (chiamato inizialmente viale dei Platani e, in seguito, viale Dalmazia). 
 
Negli anni sessanta del Novecento viale Dalmazia nella parte est venne asfaltato per garantire una migliore fruibilità soprattutto durante la festa patronale dell'8 settembre, quando il parco accoglie le giostre. Fu attorno agli anni ottanta che i maestosi platani che caratterizzavano Campo Marzo iniziarono ad ammalarsi del "cancro colorato" (Ceratocystis fimbriata). L'amministrazione comunale tentò di salvarli ma progressivamente gli alberi iniziarono a morire fino a diventare un pericolo per l'incolumità pubblica in caso di caduta. Si decise di procedere, tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta, alla riqualificazione del parco che nel suo ultimo stralcio si è conclusa nel dicembre del 1998, dopo tre anni di lavori e molte polemiche per le lungaggini del cantiere.
 
cmarzo3.jpgTutti gli alberi malati vennero sostituiti con dei filari di aceri, venne sostituito l'asfalto con una nuova pavimentazione lastricata, inserito un moderno arredo urbano e sostituiti i lampioni.

Nella primavera 2009 l'amministrazione comunale ha varato un ulteriore progetto di riqualificazione che si propone, unitamente al completamento dei lavori di risistemazione del verde e dei percorsi precedentemente avviati, di rivitalizzare il parco come luogo della vita pubblica della città. Il progetto (avviato nel mese di luglio 2009) vede la realizzazione all'interno del parco di una succursale estiva della Biblioteca Civica Bertoliana, un servizio di wifi gratuito, una zona dedicata agli spettacoli all'aperto, aree riservate allo sgambettamento dei cani, percorsi sportivi e ludoteche per bambini all'interno del parco giochi già esistente ai bordi dell'area. Il progetto è stato donato alla città da Aldo Cibic e sviluppato dal centro di ricerca e design del suo studio.

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